Per ottenere in consultazione o in prestito il materiale presso la Biblioteca DFE -sede di Palazzo Nuovo- è necessario prenotare i volumi da catalogo oppure inviare una email alla biblioteca: biblioteca.filosofia@unito.it (leggi l'avviso). Attenzione: la sede della Fondazione Guzzo è parzialmente inagibile; pertanto parte del materiale bibliografico in essa contenuto non è disponibile.
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Biblioteca di Orientalistica del Dipartimento di Studi umanistici

La biblioteca sorse nel 1963, in concomitanza con la costituzione dell'Istituto di Indologia, fondato dal prof. Oscar Botto, con sede in Palazzo Campana. Nel 1969 fu trasferita presso Palazzo Nuovo, facendovi confluire anche le raccolte del fondo Paul Kahle, acquistato nel 1965.
La biblioteca divenne dipartimentale nel 1989, contestualmente alla costituzione del Dipartimento di Orientalistica, poi confluito nel
Dipartimento di Studi Umanistici (costituito il 1° gennaio 2012), nel quale la Biblioteca è attualmente incardinata.

 

La biblioteca si articola in settori corrispondenti alle seguenti aree disciplinari: ebraistico, arabistico, indologico, sinologico e nipponistico.

 

Il patrimonio è costituito da fondi librari, acquisiti a vario titolo, e dalle raccolte, formatesi nel corso dell'attività prima dell'Istituto di Indologia, poi del Dipartimento di Orientalistica, infine del Dipartimento di Studi Umanistici.

 

Le raccolte si connotano sotto il duplice aspetto delle fonti, di interesse sia filologico-letterario, sia storico-religioso, rappresentate da collezioni di testi ebraici, arabi, sanscriti, pali e giapponesi, e degli studi di carattere specialistico, che documentano i principali filoni di ricerca: biblistica, letteratura apocrifa, filologia semitica, induismo, buddismo, letteratura hindi, letterature anglofone extraeuropee.

 

La biblioteca possiede inoltre una videoteca, comprendente oltre 300 titoli, in DVD, della cinematografia indiana, cinese e giapponese, corredata da una sezione bibliografica sul cinema asiatico.

 

Dal 2001 la biblioteca è allocata presso il complesso delle Antiche Vetrerie Berruto, con ingresso da Via Giulia di Barolo 3/A, non lontano dal Palazzo delle Facoltà Umanistiche.

 

Antiche Vetrerie Berruto: cenni storici  
Il complesso delle Antiche Vetrerie è stato acquistato dall'Ateneo Torinese a titolo oneroso nel 1999.
La sua attuale 
facies risale alla prima metà dell'Ottocento, per cui risulta sottoposto ai vincoli della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici in Piemonte.
Il complesso risulta attualmente composto da:

1) ex Vetrerie Berruto
2) ex Istituto Cairoli, ora Palazzo Gorresio
3) Calandrino

1. Vetrerie Berruto
Tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento era attiva a Torino, nella Contrada di Po, una fabbrica di vetri e cristalli. La fabbrica trovò la sua sistemazione definitiva nel Settecento sul bastione di Sant’Antonio, che venne spianato dopo la demolizione delle mura cittadine durante l’occupazione francese di Torino. Dal 1831 al 1835 l’architetto e ingegnere italiano Benedetto Brunati ridisegnò l’edificio dove si attuava la vendita dei prodotti su disegno; il complesso si definì così  nella sua forma attuale, con due corpi paralleli, separati da un ampio cortile e collegati da una manica più stretta. Fin dai primi anni del Novecento la vetreria, di proprietà della famiglia Avena, fu utilizzata come magazzino per la vendita di vetri e cristalli dalla ditta Trombotto & C. e poi dalla ditta Berruto, Giordani e Scioldo, infine dalla ditta Berruto che nella sua attuale denominazione ha sede nella vicina piazza Vittorio Veneto.

2. Palazzo Gorresio
Gli ambienti dell’attuale palazzo Gorresio hanno ospitato fino al 1997 l’Istituto Scolastico Cairoli. Prima l’edificio costituiva l’abitazione dei proprietari e degli uffici delle Vetrerie e, nei primi anni dell’Ottocento, presentava ancora solo due degli odierni quattro piani fuori terra.
Terminato il restauro dei decori, dei pavimenti in legno e dei caminetti, i locali sono diventati sede degli studi dei docenti e della Segreteria Amministrativa del Dipartimento di Orientalistica (dal 2012 confluito nel nuovo Dipartimento di Studi umanistici), delle Aule di lezione e della redazione della Rivista di Scienze Religiose.
Il palazzo è stato intitolato all’abate Gaspare Gorresio (Bagnasco-CN, 1808-Torino, 1891), considerato il fondatore dell’indologia indiana ed eminente sanscritista; tenne infatti a Torino dal 1852 al 1855 l’insegnamento di Lingua e letteratura Sanscrita, il primo del genere in Italia. Gorresio nell’arco di un trentennio, dal 1843 al 1870, tradusse il Ramayana, poema indiano di Valmici in 11 volumi; successivamente pubblicò anche un’editio minor in 3 volumi.

3. Calandrino.
Si tratta di una manica indipendente, che ospitava un'attività di deposito e vendita di materiali edili, trasferitasi nel 1998 in un’altra sede, sempre a Torino. L’edificio, il cui nome Calandrino rappresenta anche l’attuale ragione sociale della ditta, ospita al primo piano la Sezione di Ebraistica dell'ex Dipartimento di Orientalistica; nel piano interrato trovano invece sede gli uffici della biblioteca del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne.