Biblioteca "G. MELCHIORI" del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne
A partire da mercoledì 23/10 la Biblioteca Melchiori è chiusa parzialmente per rinnovo impianti di illuminazione: materiale in Sala Aulica (collocazioni LIN...) non è accessibile (leggi l'avviso)
La Biblioteca nasce nel 1984 quando confluirono in un unico Dipartimento Istituti diversi, appartenenti alla Facoltà di Lettere e Filosofia e alla Facoltà di Magistero. Già ospitata nel Palazzo delle Facoltà Umanistiche (“Palazzo Nuovo”), dal settembre 2001 ha sede nell'edificio delle “Antiche Vetrerie Berruto” di via Giulia di Barolo 3/a. Dal 2012 La Biblioteca è dedicata a Giorgio Melchiori (1920-2009), illustre anglista e studioso del teatro elisabettiano.
La Biblioteca afferisce al Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne e ha sede nell'edificio delle “Antiche Vetrerie Berruto”.
Antiche Vetrerie Berruto: cenni storici
Il complesso delle Antiche Vetrerie è stato acquistato dall'Ateneo Torinese a titolo oneroso nel 1999.
La sua attuale facies risale alla prima metà dell'Ottocento, per cui risulta sottoposto ai vincoli della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici in Piemonte.
Il complesso risulta attualmente composto da:
1) ex Vetrerie Berruto
2) ex Istituto Cairoli, ora Palazzo Gorresio
3) Calandrino
1. Vetrerie Berruto
Tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento era attiva a Torino, nella Contrada di Po, una fabbrica di vetri e cristalli. La fabbrica trovò la sua sistemazione definitiva nel Settecento sul bastione di Sant’Antonio, che venne spianato dopo la demolizione delle mura cittadine durante l’occupazione francese di Torino. Dal 1831 al 1835 l’architetto e ingegnere italiano Benedetto Brunati ridisegnò l’edificio dove si attuava la vendita dei prodotti su disegno; il complesso si definì così nella sua forma attuale, con due corpi paralleli, separati da un ampio cortile e collegati da una manica più stretta. Fin dai primi anni del Novecento la vetreria, di proprietà della famiglia Avena, fu utilizzata come magazzino per la vendita di vetri e cristalli dalla ditta Trombotto & C. e poi dalla ditta Berruto, Giordani e Scioldo, infine dalla ditta Berruto che nella sua attuale denominazione ha sede nella vicina piazza Vittorio Veneto.
2. Palazzo Gorresio
Gli ambienti dell’attuale palazzo Gorresio hanno ospitato fino al 1997 l’Istituto Scolastico Cairoli. Prima l’edificio costituiva l’abitazione dei proprietari e degli uffici delle Vetrerie e, nei primi anni dell’Ottocento, presentava ancora solo due degli odierni quattro piani fuori terra.
Terminato il restauro dei decori, dei pavimenti in legno e dei caminetti, i locali sono diventati sede degli studi dei docenti e della Segreteria Amministrativa del Dipartimento di Orientalistica (dal 2012 confluito nel nuovo Dipartimento di Studi umanistici), delle Aule di lezione e della redazione della Rivista di Scienze Religiose.
Il palazzo è stato intitolato all’abate Gaspare Gorresio (Bagnasco-CN, 1808-Torino, 1891), considerato il fondatore dell’indologia indiana ed eminente sanscritista; tenne infatti a Torino dal 1852 al 1855 l’insegnamento di Lingua e letteratura Sanscrita, il primo del genere in Italia. Gorresio nell’arco di un trentennio, dal 1843 al 1870, tradusse il Ramayana, poema indiano di Valmici in 11 volumi; successivamente pubblicò anche un’editio minor in 3 volumi.
3. Calandrino.
Si tratta di una manica indipendente, che ospitava un'attività di deposito e vendita di materiali edili, trasferitasi nel 1998 in un’altra sede, sempre a Torino. L’edificio, il cui nome Calandrino rappresenta anche l’attuale ragione sociale della ditta, ospita al primo piano la Sezione di Ebraistica dell'ex Dipartimento di Orientalistica; nel piano interrato trovano invece sede gli uffici della biblioteca del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne.